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Come trovare la voglia di studiare

“Non ho proprio voglia”, “come si fa a studiare roba del genere!?”, “questa materia non la sopporto”. 

Probabilmente è il genere di pensieri che hai fatto prima di aprire Google e atterrare su questo articolo, con la speranza di trovare la soluzione ai tuoi problemi: il santo Graal dello studio, grazie al quale ottenere livelli vertiginosi di motivazione e studiare 8 ore di fila senza problemi.

Più o meno?

Beh, se è quello che stai cercando posso dirti fin da subito che qui non troverai nulla di tutto ciò, non perché tu debba cercare altrove, ma perché semplicemente questo genere di cose non esiste: noi esseri umani siamo più difficili da motivare rispetto ad altri animali, come può essere un cagnolino a cui basta un semplice biscotto per convincerlo a fare una serie di complesse capriole.


Siamo un po’ più complicati di così, anche se, a pensarci bene, i biscotti potrebbero aiutare…

Sfatato questo mito, quello che posso fare è darti una visione più consapevole di cosa sia la motivazione e alcune strategie utili per alimentarla.

Innanzitutto, il primo concetto che ti deve essere molto chiaro è che la motivazione non è una cosa che compare all’improvviso senza ragione, è legata a determinate situazioni o condizioni: avere delle scadenze incombenti, fare cose che ci piacciono o praticare attività in cui ci sentiamo efficaci.
Quindi iniziare a studiare solo quando sentiamo l’energica spinta della motivazione fluire nel nostro corpo implica non essere padroni delle proprie scelte e aspettare che sia un evento esterno ad attivarci magicamente.

In questo senso è come compiere un vero e proprio suicidio accademico!

Ma quindi, che cos’è la motivazione?


Per capirlo ci basa analizzare la parola stessa “motiv-azione”: essa indica semplicemente i motivi che ci portano a compiere un’azione piuttosto che un’altra.
In questo senso, il fatto che tu spenda il tuo tempo sui social o a guardare video su YouTube, invece di metterti sui libri deriva dal fatto che stai dando più peso ai motivi che ti portano a compiere quelle specifiche attività rispetto a quelli che ti porterebbero a studiare.
Per intenderci stai dando maggior valore ad aspetti come il bisogno di svagarti piuttosto che a lavorare per prendere un bel voto. È un meccanismo comune, che deriva dal fatto che spesso mettiamo in atto valutazioni poco efficaci o scorrette.

In psicologia sappiamo bene che quando le persone elaborano un giudizio possono essere influenzate da una serie di errori cognitivi, anche detti “bias”.
Nel nostro caso, uno dei bias che può entrare in gioco è quello dell’“attualizzazione iperbolica”, che indica la tendenza a preferire le ricompense immediate rispetto a quelle a lungo termine.
In questo senso, tale meccanismo fa apparire la gratificazione che ottieni immediatamente, guardando un paio di video divertenti, più seducente di quella derivata dall’ottenere un buon voto, ma che potrebbe arrivare dopo un certo grado di fatica e dopo un certo lasso di tempo.

E questo è solo uno dei potenziali errori che possiamo commettere in queste circostanze e che inibisce la nostra messa in gioco. Per esempio, chi è abituato a procrastinare tende a sottovalutare il tempo necessario per eseguire un compito, oppure a sopravvalutare la quantità di motivazione che avrà in futuro.

Quindi il primo passo per motivarsi è quello di valutare più consapevolmente le situazioni, le proprie risorse e le proprie capacità. Per iniziare basati innanzitutto sulla tua esperienza, sui tuoi errori e sui tuoi successi, solo tu sai di quanto tempo hai bisogno per studiare 50 pagine: a valutazioni più chiare potranno corrispondere azioni maggiormente consapevoli.

A questo punto, dopo aver fatto un po’ di chiarezza su cosa sia la motivazione e quali siano gli errori o i problemi che possono inibirci è arrivato il momento di passare ad alcune strategie che puoi adottare per migliorare il tuo modo di studiare.


Esistono diverse strategie, io te ne elenco tre.

La prima strategia è quella di programmare!
Può sembrare una banalità, ma i problemi scolastici di molti studenti derivano dal fatto che non sanno programmare o distribuire efficacemente la loro mole di lavoro e questo li porta a dover studiare eccessive quantità di argomenti in tempi troppo ridotti.
Ma questa è solo la punta dell’iceberg, perché questa modalità nasconde una trappola psicologica meno evidente e più insidiosa, che può portare a un circolo vizioso altamente disfunzionale: 

  • avendo avuto poco tempo per studiare tendiamo a prendere voti bassi; 
  • i voti bassi ci fanno sentire poco efficaci e ci portano a essere meno propositivi verso lo studio;
  • aumenta il rischio di procrastinare in futuro e di ritrovarsi nuovamente con poco tempo per studiare. 

In questo modo il ciclo si chiude e ricomincia, talvolta rinforzandosi!

Diventa una sorta di cane che si morte la coda, portandoci anche a credere di non essere capaci o intelligenti, mentre il problema deriva semplicemente da una programmazione scorretta.

La seconda strategia che ti propongo è quella delle “fantasie future” e consiste nell’immaginare prima quali sarebbero le conseguenze peggiori che potrebbero capitarti se non studiassi e poi immaginarti cosa succederebbe se, al contrario, raggiungessi i tuoi obiettivi.
Visualizza per entrambe le situazioni le emozioni che proveresti e le reazioni delle persone intorno a te.
Sfrutta al massimo il desiderio di cambiare le cose che proveresti nella situazione peggiore e la soddisfazione che deriverebbe da un tuo successo per attivarti.
Questo stratagemma, se eseguito efficacemente, può portarti a ottimi risultati!

Infine, il terzo strumento è la tecnica dei 5 minuti!
In sintesi, quando non hai voglia di studiare imponiti di farlo per soli 5 minuti e poi decidi se continuare o meno.
Se ti stai chiedendo quale sia l’efficacia di questo stratagemma te la spiego subito: esso sfrutta una serie di meccanismi psicologici.
Il primo è che permette di abbassare l’ansia derivata dallo studio: molte persone hanno problemi a iniziare a studiare, più che a continuare, infatti non appena iniziano e si rendono conto di potercela fare l’ansia diminuisce e diventa tutto più semplice.
Inoltre, questo metodo sfrutta il cosiddetto effetto Zeigarnik, così chiamato dall’anonimo scopritore, il quale mette in luce come le persone quando iniziano un’attività siano più propense a portarla a termine.

Interessante, vero?

Ce l’abbiamo fatta, siamo arrivati alla fine, a questo punto l’unica cosa che ti resta da fare è sperimentarti, prova diverse strategie e verifica quali si adattano meglio a te: ricordarti che lo strumento più efficace a tua disposizione sono le tue scelte, sempre.

P.S.: certo che bias dell’attualizzazione iperbolica è un nome proprio imponente!

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